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Enoteca Nero diavola

Leggere apre finestre sconosciute sul mondo, aiuta a conservare i nostri sogni, dà linfa ai sentimenti e in molti, almeno una volta nella vita, immagino, hanno desiderato di trovarsi circondati da tanti libri perdendosi nell’odore della carta. Così se si considera l’enoteca nel senso letterale del termine, dal gr. ϑήκη, e dal lat. -theca deposito e quindi collezione, raccolta, è facile immaginarla come una “biblioteca del vino”, vale a dire un luogo nel quale trovare informazioni sul vino, sulla sua cultura, sui produttori, un luogo dove perdersi con l’immaginazione oltre che il classico punto di distribuzione e vendita di prodotti alcolici. Questo tipo di enoteca è diventata realtà nel cuore della Sicilia, a San Cataldo, in via Babbaurra 38, grazie all’iniziativa di Michele Bonfanti un grande appassionato di vini che ha trasformato e sta trasformando un sogno (di molti) in pura realtà.
La Sicilia è terra di grandi vini, di arte, bellezza, perché non valorizzarla? Perché non creare qualcosa che enfatizzi questa sua magnificenza? Questo sarà stato il quesito che il signor Bonfanti si è posto creando la sua prima “Enoteca Nero d’Avola” ormai quasi 10 anni fa. Si, perché quella in cui ho messo piede io, è già la sua seconda sede: ”occorreva più spazio per la mia passione, sfiorando i limiti massimi di rischio come dice mia moglie” afferma Michele con un sorriso sornione.
Un luogo, questo attuale, che pur essendo aperto da soli tre anni, sembra ancora in via di trasformazione; ci viene raccontato che una grossa pietra di 80kg a forma di Sicilia verrà posta all’ingresso e tante luci bianche la illumineranno la sera, un luogo pieno di scaffali da lui stesso progettati ricchi di bottiglie e cassette piene zeppe di vini di ogni tipo e parte del mondo.
Tutto in questo locale ha un suo ordine rigoroso ed un rigido criterio di distribuzione.
Le tante nicchie che compongono l’enoteca dividono il prezioso negozio in angoli riservati. E prezioso il locale lo è stato davvero quando un tempo era una banca. Di questa ha mantenuto i vetri antiproiettile e i soffitti, il pavimento invece è stato sollevato di 30 cm circa per un più corretto isolamento termico a tutela dei vini in esso custoditi.
Dentro non si può non rimanere a bocca aperta almeno per i primi minuti in cui ci si è messo piede. Poi si sgranano gli occhi e si è travolti dalla vivacità del titolare. La stessa del vino che ha stappato per accoglierci: Rossj Bass 2014 di Gaja.
E subito il via a tantissime storie: l’infanzia trascorsa nelle vigne, le vendemmie passate, la foto di Michele sulle botti di famiglia, il lavoro di commerciale per grandi realtà italiane, la quasi laurea in giurisprudenza, la prima volta (per sbaglio!) al Vinitaly del 2003 e l’inizio di una grande passione. Il tutto condito da simpaticissimi modi di dire siciliani.
Leggere è un piacere che non tutti si concedono, per mancanza di tempo, dicono, o perché i libri adesso costano troppo ma non qui nella “biblioteca” del Signor Bonfanti, il cui posto è aperto a tutti e dove ognuno viene accolto gentilmente non solo da lui ma da tutto lo staff al momento composto da Giulia, responsabile di sala e accoglienza, e Paolo, responsabile di cucina che ha preparato un delizioso e abbondante spuntino accompagnato dalla seconda bottiglia di bollicine stappata per noi: Aimery, Le belle di Limoux.
L’enoteca Nero d’Avola si è rivelata il luogo ideale per ascoltare storie affascinanti sul vino.
Inutile descrive l’aria di magia che si respira e lo stupore di vedere tanta creatività e fascino. Il sogno nel cassetto di Michele Bonfanti? Aprire un resort che faccia da cordone ombelicale tra l’Enoteca e il suo brand Fine Luxury Wine ma questa è tutta un’altra storia che dobbiamo ancora farci raccontare…