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La STORIA. RALLO VESCO

L’inizio dell’attività dell’azienda Rallo risale a metà Ottocento, un periodo nel quale i vini da meditazione prodotti nella città di Marsala iniziavano ad avere notevole successo, poi rivelatosi planetario.
Per seguire meglio il nostro racconto divideremo la storia di Rallo in due parti principali: la prima va dal 1860, anno ufficiale di fondazione, al 1996; la seconda, dal 1996 ad oggi. È una divisione indispensabile perché da un lato fa luce sul marchio storico, dall’altro individua l’attuale proprietà della famiglia Vesco. Si tratta di due periodi, per epoche e prodotti, molto diversi tra loro. Infatti, pur muovendosi nel solco della tradizione ereditata poco meno di due secoli fa, si è trasformata dalla produzione di vini Marsala in moderna cantina “bianchista”, una realtà che vive il suo tempo e che offre al pubblico di consumatori e appassionati una palette di fragranti vini territoriali, lontani dall’idea iniziale di prodotto. 

Gli inizi e il Marsala 

Prima di diventare un vino famoso in tutto il mondo, i vini migliori di questo areale erano i “Perpetui”, vini ossidati imponenti per struttura, alcolicità e ricchezza gustativa. Il loro destino era la celebrazione della festa. Venivano condivisi con amici e parenti solo nelle ricorrenze più importanti o nelle grandi occasioni familiari. 

L’unicità di questi vini e di questo territorio fu intuita da un inglese, John Woodhouse, nel 1773. Era di passaggio in Sicilia, alla ricerca di ceneri di soda per fini industriali. Questi vini così intensi e robusti gli piacquero molto, li acquistò e per garantirne il viaggio verso l’Inghilterra li addizionò con dell’acquavite. Non sappiamo quanto fu intenzionale, quanto studiato, ma da quel momento Woodhouse spalancò le porte ad uno dei business più redditizi di tutto l’800. Da questo momento in poi, la matrice inglese contrassegnò l’intera filiera produttiva, incluso il commercio, e i consumi si diffusero presto nelle Americhe e nel mondo.
Don Diego Rallo, invece, fu in assoluto il primo siciliano a intuire il potenziale dei vini del trapanese. Nel 1851 iniziò la sua attività di imprenditore e nel 1860 fondò le cantine con il suo marchio. L’attività ebbe un rapido successo. Nel corso dell’attività, Rallo, oltre il Marsala, fiutò il potenziale di un altro vino speciale: il Passito di Pantelleria. I suoi vini furono esportati in Europa e nelle Americhe con notevole successo. 

I primi passi della famiglia Vesco 

Parallelamente ai successi del marchio marsalese, che culminarono nel primo ventennio del ‘900, la seconda parte della nostra storia ha un antefatto: Don Benedetto Vesco, imprenditore agricolo e possidente in Alcamo, dopo una vita da agricoltore trovò il modo di dare forma alle sue aspirazioni. Decise di acquisire – non senza difficoltà burocratiche- alcune parcelle, coltivate ad orzo, frumento, sommacco e qualche vite, presso una masseria chiamata Pattipiccolo-Mistretta, ricadente in epoche più remote sotto l’influenza del potente arcivescovado di Monreale. 

Era l’8 maggio 1920. Gli spezzoni di terra acquistati, estesi oggi complessivamente a 100 ettari, costituiscono la base agricola più importante dell’azienda. Lì, in ragione della fertilità dei terreni, ebbe la felice intuizione di impiantare vigneto e avviare l’attività di produzione di vino, a quell’epoca venduto sfuso, come d’altra parte in tutta l’isola. 

Tra Rallo e Vesco 

Tornando alle attività commerciali di Don Diego Rallo, il primo ventennio del ‘900 fu il periodo del consolidamento e del successo. L’azienda era una realtà di assoluto rilievo. Il suo principale concorrente, Vincenzo Florio, era un uomo d’affari di origini calabresi, con il quale si contendeva la leadership sul mercato nord-americano ed europeo. Gli affari continuarono per i cinquant’anni successivi con ottimi risultati. Si noti che, come il Marsala, anche il Passito di Pantelleria aveva delle richieste importanti sul mercato statunitense, trascinato dalle attività della nascente comunità italiana. Il Marsala e il Passito di Pantelleria furono due tra i vini più apprezzati e richiesti da fine ‘800 sino agli anni ‘70. 

Lacquisto del baglio marsalese e del marchio 

Il 1997 è un anno determinante. In questa data, l’azienda Rallo di Marsala si fonde con l’attività della famiglia Vesco di Alcamo. L’occasione è raccolta dai giovanissimi Francesco e Andrea Vesco che decidono di acquisire gli stabilimenti di Marsala, il baglio, unitamente al marchio Rallo, già da qualche tempo in vendita. Questa opportunità traeva origine dalla chiusura della “Diego Rallo e Figli” che, dopo una lunga ed importante storia vitivinicola, a causa di una riorganizzazione familiare, aveva deciso nel 1989 di sospendere l’attività. Così, dopo l’acquisto e la conversione a vigneto di Pattipiccolo ad Alcamo, già attivi nella produzione del vino, si pensò che questo acquisto sarebbe stato utile per dare valore alla produzione. Era l’occasione giusta per fare un passo deciso verso la trasformazione delle proprie uve da vino prodotte ad Alcamo, anziché conferirle alle cantine sociali di zona.
Così, nel passaggio da azienda produttrice di vini dolci ad azienda produttrice di vini secchi, i successi arrivarono con sorpresa da vini freschi di pronta beva. Tra questi, il Carta d’Oro, che vinse la Gran Medaglia al Concorso Enologico Internazionale del Vinitaly 2002.
Il nome Carta d’Oro aveva una sua ragione e una sua storia: richiamava la denominazione precedente, originaria, della Doc Alcamo, e il suo successo, grazie anche al Vinitaly, assunse proporzioni talmente ampie da convincere l’azienda a proseguire con maggiore determinazione la strada dei bianchi secchi. 

Dal 1997 ad oggi 

Gli anni dal 2000 al 2010 sono stati fondamentali per gli investimenti strutturali. È stato un momento di rinnovamento, di acquisto di importanti dotazioni tecnologiche per la cantina, per le vinificazioni, per le attrezzature agricole e per la riorganizzazione dei vigneti. Contemporaneamente, dal 2007 al 2010, si è intrapreso il percorso di conversione in “biologico” delle vigne. Nel 2011 si è ottenuta la certificazione “Bio Suisse”. 

Tra il 2012 e il 2013 presta la sua consulenza in azienda l’enologo toscano Carlo Ferrini. Rilevante il suo contributo: tecniche agronomiche e di vinificazione sono state analizzate e messe a confronto al fine di ottenere il migliore dei risultati. Anche dopo la conclusione della sua collaborazione, appena qualche anno dopo, è proseguita l’attività di studio e rinnovamento delle procedure di produzione. 

I premi 

La stagione dei Tre Bicchieri, il massimo premio assegnato dalla casa editrice Gambero Rosso, si è aperta con la guida ai Vini d’Italia 2014 quando il Grillo Bianco Maggiore ha conquistato per la prima volta questo riconoscimento. È stato il primo di una serie. Negli anni successivi, tra il 2014 e il 2020, si è alternata una bella staffetta tra il Bianco Maggiore, e il Catarratto Beleda, interrotta solo dall’AlQasar, ultimo premiato nell’edizione 2021 della guida. Il Bianco Maggiore è stato premiato nelle edizioni 2014, 2016, 2018, 2020, mentre il Beleda nel 2015, 2017 e 2019. 

Rallo oggi 

Così come nel 1860, oggi la famiglia Vesco ha a cuore l’identità, il perfezionamento e la giusta valorizzazione dei vini del territorio trapanese, con i suoi vigneti in Alcamo, Marsala e Pantelleria. Ma la punta di diamante della produzione sono i vini bianchi. Nonostante la poca piovosità, le temperature estive e il clima intensamente soleggiato per gran parte dell’anno, sono proprio i vitigni a bacca bianca, quali Catarratto, Grillo, Insolia e Zibibbo ad essere i protagonisti più complessi ed emozionanti.
L’Azienda Agricola Rallo ne ha sposato le fragranze, la freschezza e tutta la piacevolezza di beva, cercando di trasmettere queste intuizioni anche nelle sue etichette. Per ottenere questo obiettivo pretende verso la terra un approccio responsabile, ama l’ambiente, la sostenibilità e l’equilibrio nelle cose. Tutti i vini Rallo sono prodotti rispettando il ciclo delle stagioni, hanno una completa tracciabilità e sono biologici certificati. E così sarà in futuro.