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Le rose nel vigneto

A Pattipiccolo, nella campagna alcamese, i filari delle vigne sono allevati con cura, ordinati, cresciuti insieme ad erbe, fiori, alberi, siepi, fra cui si muovono silenziosamente, e di continuo, macro e microrganismi, fonte di ricchezza per i suoli. La pratica dell’inerbimento, l’impiego esclusivo e moderato di concimi organici per la nutrizione, di zolfo e poco rame per la difesa, unito all’impiego di tecniche di confusione sessuale a feromoni per gli insetti, scagiona i filari da qualunque minaccia di sintesi chimica. 

Soltanto rose in ogni capofilare.

In gergo tecnico la rosa è definita pianta spia.  

La rosa è, infatti, una pianta che manifesta prima i sintomi di eventuali attacchi di patologie fitopatiche e fisiopatiche.

Per questo motivo, i vignaioli le piantavano nelle teste dei filari di vite per proteggere i loro vigneti, erano poste a monitoraggio e fungevano da “sentinelle” essendo le prime ad essere colpite in caso di eventuali malattie.  Così facendo era più facile tenere sotto controllo i cicli biologici di insetti e funghi, attuando la miglior difesa.

Oggi, con il mutare delle tecniche agrarie e di allevamento della vite, la messa a dimora delle rose nei vigneti è soltanto l’avanzare di un’antica tradizione, che, i vignaioli, forse nostalgici, ma particolarmente attenti ai cicli biologici, continuano a tramandare di filare in filare e di generazione in generazione, colorando così le loro campagne, sopratutto nel mese di Maggio.

Dal 1928 ad oggi gli ettari di terra, a Pattipiccolo, sono quasi triplicati e di conseguenza anche le rose nel vigneto. E’ impossibile non accorgersi, passeggiando tra i filari, delle chiazze di colore regalato dalla regina dei fiori.

I primi 150 esemplari circa sono stati acquistati, gli altri 150 riprodotti tramite talea. Ciò avviene nei mesi freddi, quando non sono presenti i fiori, e così ogni volta, il colore della rosa che spunterà sarà una piacevole e colorata sorpresa!