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IL GRILLO

Vestito di bianco, amante del mare, incurante del caldo e della siccità. 

È lui, il Grillo, quel vitigno che si lascia scoprire a ridosso della spiaggia lilibetana così come nell’agro circostante. 

Quell’uva che, da più di due secoli, lega il suo nome a Marsala e all’omonimo vino, e che si reinventa, coprendo la sua veste bianca di freschi e sapidi profumi. Come quelli che Rallo, storico marchio dell’enologia siciliana datato 1860, racchiude nelle sue bottiglie, custodi di una versatilità da scoprire sorso dopo sorso. 

Il Grillo è il più giovane tra i vitigni autoctoni isolani a bacca bianca tanto da potersi definire contemporaneo, infatti, gli studi molecolari sul Dna hanno dimostrato che è frutto dell’incrocio tra catarratto bianco e zibibbo avvenuto a Favara (Ag) nel 1874 da parte dell’agronomo ed ampelografo barone Antonio Mendola. 

L’idea dello studioso era quella di dar vita ad un nuovo vitigno che riuscisse a donare al Marsala, vino più in voga dell’epoca, una componente aromatica maggiore. Grazie alla sua struttura, ricca in polifenoli e sostanze terpeniche il Grillo si è prestato bene all’ottima riuscita del vino Marsala, non solo per le gradazioni alcoliche conferite ma anche per la sua vocazione d’ esser particolarmente predisposto all’invecchiamento.

Il Grillo è una varietà vigorosa, resistente al caldo e alla siccità. 

La sua produzione è quasi sempre abbondante. 

Si presenta con una foglia media, trilobata o quinquelobata. 

Il suo grappolo è conico, alato e di media compattezza. 

Gli acini sono piccoli, con una buccia spessa e ricoperta di pruina. Il colore della buccia è un giallo verdognolo che assume sfumature rossastre nella fase finale della maturazione.

E’ un vitigno autoctono siciliano radicato nei terreni e nell’ambiente nostrano; ha ottime peculiarità, è molto versatile.

Se è stato adoperato a lungo per ottenere vini strutturati e longevi come i Marsala, oggi invece lo si ritrova per lo più in vini da pasto, eleganti e di facile beva. 

In casa Rallo viene vinificato in purezza, nelle due versioni il Bianco Maggiore grillo che fa soltanto acciaio e La Cuba la cui fermentazione avviene in tini di legno di acacia da 50 hl e prosegue successivamente l’affinamento per sei mesi in piccole botti da 10 hl.

La vendemmia avviene ogni anno orientativamente nella prima decade di settembre. L’uva viene raccolta manualmente in cassette da 15 kg circa e così raggiunge la Cantina dove viene lavorata in riduzione. Lavoriamo in assenza di ossigeno, ma con azoto per l’intero processo, dalla diraspa-pigiatricetrice all’imbottigliamento. Cerchiamo di dare un’identità ai nostri prodotti, ai singoli vitigni, identità che passa inevitabilmente dal territorio e crediamo che lavorare in riduzione serva proprio a questo, esaltare il quadro aromatico dell’uva significa conferirgli un’identità. Utilizziamo lieviti selezionati e certificati BIO.

Il Grillo riesce a dare vini di grande spessore organolettico, sapidi, profumati e con un buon potenziale di longevità. 

Dal colore giallo paglierino chiaro e luminoso, dai profumi fruttati e agrumati che vedono insieme note floreali di fiori di campo e zagara. Al palato è fresco, ben strutturato con un finale piacevole, leggermente sapido e minerale. Con una lunghezza interessante.

E’ un vino di buona struttura che si presta ad abbinare piatti tipici della tradizione siciliana a base di pesce anche quelli più succulenti.