
Perdersi in un bicchiere di vino
Osservare un bicchiere di vino bianco alle volte è come perdersi nel caleidoscopio.
Si rimane ipnotizzati dalla luce imprigionata nel cilindro contenitore.
Giochi di luce, bollicine vaghe, pareti condensate. Nel bicchiere avviene il miracolo, come tra i due cerchi opachi i cristalli colorati.
In basso lo spettacolo è piatto, in alto lo sguardo è freddo.
Ma sta per avvenire qualcosa nel mezzo, nello spazio chiuso. Guardiamo la viscosa fluidità.
È un viaggio unico, ogni volta ricominciato.Nel bicchiere si ritrovano terre che nessuna carta potrebbe trovare, lo giriamo appena e siamo altrove.
Gira ancora, ma piano.
Ci abbandoniamo alle immagini suggerite anche dagli odori. Ci aspettiamo un’immagine ed è quasi quella, ma mai del tutto.
Nella piccola differenza sta tutto il pregio del viaggio e la sua vertigine, non possederemo mai un immagine nuovamente identica, mai.
Non tornerà più questo mosaico di cielo, il verde luminoso, o la luce intensa di quel giallo.
Bisogna rimanere fermi, immergersi a lungo.
Tutto si perde e si confonde.Tutto è lieve.
Appena qualche secondo di bellezza, una pazienza tonda, una gioia pacata.
La tratteniamo tra il pollice e l’indice e con un sorso proviamo a farla nostra.