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un’altra bella storia

Un’altra bella storia è senza dubbio quella del formaggio.

Ci siamo avvicinati alla materia spinti unicamente dal colore, il bianco, partendo dal nostro hashtag “bianchisti di territorio” e selezionando quei temi che nel bianco, e in Sicilia, trovano il loro modo di esprimersi. #labiancaformadellatte è il primo tema scelto per nonsolovino, tema che verrà portato avanti sotto molteplici vesti perchè dal latte, in realtà, non si ottiene unicamente il formaggio ma una varietà molteplice di prodotti alimentari.

La storia del formaggio è molto antica e ricca di particolari interessanti. 

I primi documenti che parlano dei formaggi siciliani risalgono al mondo greco classico. Tralasciando la leggenda omerica di Polifemo che versava il latte cagliato nei canestri intrecciati, già Pindaro considerava la Sicilia terra “ricca di armenti”  ovvero di formaggi, ricotte e derivati. 

Archestrato di Gela nel IV sec. a.C. descrive i caci di Sicilia come produzioni rinomate e assai richieste dal mondo ellenico. 

Tutto nasceva in un contesto rurale che comprendeva tanto i pascoli quanto la coltura della vite, degli ulivi, del grano e degli agrumi in aree che disegnavano paesaggi agrari di indicibile bellezza. 

L’arte casearia sin dalle epoche più antiche ha rivestito un’importanza fondamentale nell’economia e nella cultura rurale siciliana e il formaggio era il metodo naturale per la conservazione del latte. 

Un bene primario e prezioso, che pur nella trasformazione manteneva intatte le proprie caratteristiche nutritive. La cultura casearia siciliana vanta diverse tecniche di lavorazione e la varietà degli attrezzi utilizzati sono parte del contesto socio-culturale della Sicilia contadina. 

Ne hanno forgiato il linguaggio e sono diventate parte integrante delle credenze popolari. 

I vari strumenti utilizzati per preparare i formaggi sono pressoché identici nelle varie province isolane, quello che può variare è il nome dialettale con il quale essi sono chiamati.

Sicuramente un binomio gastronomico interessante, ovviamente, è quello che accosta tale alimento al vino. E anche questo punto verrà da noi affrontato attraverso immagini e consigli. La regola generale è quella di servire vini leggeri insieme a formaggi freschi e vini dal sapore più deciso, più forte insieme a quelli stagionati e piccanti.

Elencare le varie produzioni casearie siciliane è un’impresa ardua visto che esse sono molteplici e non è nemmeno quanto ci siamo prefissi di fare. 

La nostra attenzione, rivolta momentaneamente a “la bianca forma del latte” affronterà gli aspetti più “umani” raccontando storie di uomini che hanno o hanno avuto a che fare con il latte, che lo trasformano in formaggio, yogurt ma anche gelato. Chiederemo informazioni e andremo a trovare chi è più competente di noi in materia sperando ancora una volta di incuriosire e di lasciare una traccia.